Moena
La Perla delle Dolomiti
L’etimologia del nome Moena deriva da Moia-Moiena (luogo bagnato), il lago palude che copriva la conca ora occupata dal paese.
La storia di Moena, ricca e affascinante, ripercorre tutte le tappe dei borghi storici tirolesi dell’arco alpino. Inizialmente visitata da cacciatori e pastori che risalivano, per le loro attività, le valli laterali del fiume Adige e dell’Isarco, fu poi abitata e colonizzata dai Reti, popolazione comune alle altre valli dolomitiche Gardena, Badia e Livinallongo, Cantone dei Grigioni della Svizzera romancia e a certe zone del Friuli.
Il ladino, la lingua parlata dalla gente di Fassa e Moena è, appunto, un retaggio linguistico retico che subì, nel tempo, diversi influenze latine e germaniche.
Moena in Val di Fassa fino al tardo medioevo, appartenne al Principato Vescovile di Bressanone e quindi, in seguito a un accordo con il Principe Vescovo di Trento, passò sotto questa tutela.
Moena ha un’altra particolarità: pur appartenendo linguisticamente, politicamente ed economicamente alla Val di Fassa, fa parte anche della Magnifica Comunità di Fiemme, un istituto di autogoverno che ebbe origine con i Patti Gebardini del 1111 e che, ancor oggi, amministra gran parte del patrimonio agro-silvo-pastorale della Val di Fiemme.
Come già accennato Moena seguì le vicende storiche della Contea Tirolese e si impegnò in particolare, assieme a tutti gli altri paesi di Fassa e Fiemme, nelle lotte insurrezionali antinapoleoniche a fianco del patriota ed eroe tirolese Andreas Hofer.
Con la sconfitta di Napoleone, il Congresso di Vienna riconsegnò il Tirolo alla guida degli Asburgo e così rimase fino al termine della Grande Guerra, quando tutto il Tirolo a sud del Brennero venne annesso al Regno d’Italia.